Molto spesso noi professionisti della nutrizione parliamo dell’alimentazione quale mezzo per la prevenzione delle malattie tipiche delle società occidentali. Affrontando questo discorso, uno dei consigli che dispensiamo, è quello di ridurre il consumo di sale. Suggerimento che completerei con l’indicazione di sostituirlo con il sale integrale.
A differenza del comune sale da cucina, che viene raffinato e sbiancato, il sale integrale non subisce alcuna raffinazione. Questo fa si che, oltre al cloruro di sodio, nella sua composizione rientrino anche una serie di altri minerali. Perciò, a parità di quantità consumata, preferendo il sale integrale puoi ridurre l’apporto di sodio. Ma non solo. Scegliendone opportunamente la tipologia, puoi sfruttare le proprietà degli altri minerali a tuo vantaggio!
Ad esempio il Sale di Cervia, che è un sale integrale marino naturalmente iodato, è adatto a chi vive nell’entroterra. Infatti qui l’aria, e di conseguenza il terreno, sono poveri di iodio, elemento indispensabile per il buon funzionamento della tiroide. Non è infatti un caso se la frequenza di ipotiroidismo da carenza è maggiore lontano dalla costa!
Un’altra tipologia di sale integrale marino è quello di Cipro, che si presenta di un affascinante colore nero. A conferirgli questa colorazione sono i carboni attivi, che, avendo la proprietà di assorbire i gas, rendono il suo utilizzo adatto a chi soffre di gonfiori addominali.
Dalla cromatura intermedia a queste due tipologie, è il Sale grigio di Bretagna. L’argilla delle saline con cui entra in contatto gli cede parte dei suoi minerali, tra cui il magnesio. La presenza di questo elemento, che aiuta a eliminare il sodio in eccesso, rende questo sale ottimo per chi soffre di ipertensione!
E ora veniamo ad uno dei miei preferiti, il Sale rosso delle Hawaii. L’argilla vulcanica con cui entra a contatto gli rilascia una quantità di ferro fino a 5 volte superiore a quella contenuta nel sale comune. Per questo lo consiglio a chi soffre di anemia ferro-carenziale.
Accanto al sale marino viene spesso citato anche il salgemma. Esso è ottenuto per estrazione da grotte millenarie, in cui il sale si è accumulato a seguito dell’estinzione di antichi mari. Considerata l’origine, questo tipo di sale integrale è, oltre che ricchissimo di minerali, privo degli inquinanti che oggi si ritrovano nei mari.
Tra i vari tipi di salgemma il più conosciuto e pregiato è sicuramente il Sale rosa dell’Himalaya. Proprio perché è molto commercializzato, le miniere da cui si ricava sono altamente sfruttate. Ne deriva che, per rendere disponibile sul mercato sale per tutti e alle portata delle tasche di tutti, si estragga anche da cave poco profonde, probabilmente inquinate. Quindi un campanello d’allarme che deve farti dubitare sulla qualità di quello che acquisti è il prezzo: sali troppo economici spesso valgono quanto sono stati pagati.
In definitiva, il mio consiglio è in primis quello di rimpiazzare il comune cloruro di sodio con il sale integrale. Meglio ancora acquistarne più tipi, in modo da variare e assumere ogni volta minerali diversi! E poi sono così belli da vedere che ogni pietanza a cui vengono aggiunti assume un fascino tutto suo…