Intolleranze alimentari: come scoprirle?

intolleranze alimentari

«Pronto?»

«Salve Dottoressa, lei fa anche le intolleranze alimentari?»

«Buongiorno Signora. Se intende se le farò pagare un prezzo esorbitante per eseguire test inutili, la mia risposta è no. Deve sapere che esistono solo due intolleranze alimentari in grado di essere diagnosticate tramite un esame. Una è l’intolleranza al lattosio, e si individua mediante il “breath test”. Esso consiste nel confronto tra i campioni di aria che lei espirerà in specifiche provette prima e dopo aver ingerito una soluzione di lattosio. L’altra è l’intolleranza al glutine, per determinare la quale dovrà sottoporsi ad una biopsia intestinale in caso di positività a specifici autoanticorpi che le verranno ricercati nel sangue. Al di fuori di questi, ogni test è del tutto inutile. I risultati forniti sono  infatti casuali e non assicurano l’individuazione/l’esclusione di intolleranze alimentari.»

«Mi sono già sottoposta agli esami che ha menzionato, ma l’esito è stato negativo. Ciò nonostante accuso ancora dei fastidi. Cosa posso fare?»

«Ha già escluso, parlandone con il medico, patologie che richiedono l’eliminazione di specifici alimenti per la risoluzione dei sintomi?»

«Si, ma non è emerso nulla.»

«Le proporrei, a questo punto, una “dieta di eliminazione con test da provocazione”, protocollo per il quale posso indubbiamente esserle d’aiuto. Metterò a punto un piano nutrizionale equilibrato che comprenderà solamente i cibi a cui classicamente non si attribuiscono reazioni avverse. Lo scopo è quello di riassestare il suo intestino. Quando irritato, infatti, esso non riesce a gestire bene nemmeno gli alimenti che normalmente tollera, per cui è difficile capire che cosa sia realmente alla base dei suoi disturbi.»

«Potrebbe essere questo il motivo per cui mi sento spesso gonfia, faccio fatica a digerire e a seconda dei giorni sono stitica o ho la diarrea?»

«Si, potrebbe. Per esserne certe, dopo questa prima fase le farò reintrodurre tutti gli alimenti precedentemente esclusi, uno per volta, testandone la tolleranza. Annotando in un diario ciò che mangia, in quale quantità ed eventuali sintomi avversi, sarà più efficace individuare i cibi scatenanti il suo malessere.»

«E se identificheremo degli alimenti che il mio corpo malsopporta, dovrò eliminarli per sempre?»

«Dipende dal grado di tolleranza che lei mostrerà alle diverse quantità di quel determinato cibo.»

«Sembra un protocollo lungo, non c’è un modo più sbrigativo per ottenere le stesse risposte?»

«Indubbiamente è un percorso lungo e impegnativo, ma anche l’unico efficace e risolutivo. Anziché proporle un esame inutile e costoso, le offro tutto il mio tempo, la mia affidabilità e la mia competenza.»

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